A soli 66 anni dal primo volo dei fratelli Wright (1903), più che altro un bel salto lungo una spiaggia, l'uomo mette piede sulla Luna.
Dal 1969 al 1972, ne sono passati altri 52 ed ancora dobbiamo ritornarci.
Nessun essere umano ha più lasciato l'orbita terrestre, da allora, seppur ci siano state le missioni STS e, ad oggi, l'uomo viva costantemente nell'orbita bassa dentro la ISS a circa 400 Km di altitudine.
Ma quante belle guerre fratricide abbiamo fatto nel frattempo, qui sul pianeta Terra, un pianeta che gli astronauti sulla Luna riuscivano a nascondere dietro ad un pollice della mano, un pianeta che appariva come è in realtà. Un minuscolo puntino blu perso nella vastità del cosmo.
Pensateci, quando sentite dire che i programmi spaziali costano troppo e pensate anche che per ogni euro investito ne ritornano fino a 10.
Ad esempio, si è scoperto che il nostro satellite è ricco di Elio3 che è utilizzabile come combustibile green. Ipotizzando di riportare sulla Terra un carico di uno Space Shuttle questo potrebbe sopperire alle esigenze energetiche degli USA per un anno.
Il programma spaziale USA parte male vedendosi superati costantemente dall'URSS che vede il primo satellite orbitante, il primo essere vivente, il primo uomo, la prima donna in orbita e perfino il primo oggetto sulla superficie lunare essere appunto sovietici.
Questo spinge il governo USA ad impiegare ogni energia possibile per raggiungere e poi superare il concorrente della guerra fredda.
La strada è lunga e per dare seguito alla promessa del Presidente J.F. Kennedy di raggiungere la Luna entro la fine degli anni '60 bisogna passare attraverso i programmi Mercury e Gemini.
Con le capsule Mercury gli USA manderanno i primi uomini in orbita e con quelle Gemini effettueranno le prove per le operazioni extra veicolari e i rendez-vouz (gli attracchi) orbitali.
Si arriva alle missioni Apollo che vedono impiegato il razzo Saturn V: milioni di componenti compongono questa macchina alta 110 metri con un diametro di 10 metri ed un peso di 2.970 tonnellate in grado di trasportare un carico utile di 140T verso l'orbita bassa ed un carico utile di 48.6T verso l'orbita lunare. Tre uomini compressi dentro il volume di una utilitaria: 3.48mt di diametro, 3.9mt di altezza per un volume abitale di 5.9 metri cubi.
Infatti, la quasi totalità del peso del Saturn V al decollo era composto dal solo combustibile.
Diviso in 3 stadi per consentire al veicolo di eliminare peso durante il volo, questo veniva spinto ad una quota di una sessantina di chilometri dal primo stadio denominato S-IC che forniva una spinta di 3.500T bruciando un cherosene chiamato RP-1 ed ossigeno liquido. Poi entrava in funzione il secondo stadio denominato S-II e che serviva ad accelerare ulteriormente il velivolo facendogli raggiungere l'orbita alimentato con idrogeno ed ossigeno liquidi. Infine, il terzo stadio denominato S-IVB che veniva acceso sia per completare l'inserimento in orbita terrestre consumato tutto il propellente del secondo stadio sia per la spinta verso l'orbita lunare ed anch'esso alimentato con idrogeno ed ossigeno liguidi. Da segnalare che l'accensione al decollo sulla rampa produceva un rumore tale che le onde sonore avrebbero sgretolato il tutto se non smorzate da potenti getti d'acqua spruzzati appena sotto i motori stessi.
Questo per far pensare alla potenza generata in grado di proiettare questo palazzo di 36 piani in cielo.
Il coronamento dello sforzo di più di 600.000 persone.
Anche i russi avevano preparato un razzo simile, ma a cinque stadi, l'N1 che vedeva alimentato il primo stadio da ben 30 motori ma questi razzi esploderanno sulla rampa o appena staccatisi dalla stessa.
Ritorniamo alla NASA ed al programma Apollo, anche qui troviamo una tragedia durante le prove della missione Apollo 1. Una scintilla incendia l'ossigeno che pressurizzava la capsula di comando con la conseguente perdita di 3 astronauti bruciati vivi in pochi secondi: Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffy. Grissom protagonista di svariate missioni Mercury, White protagonista della prima passeggiata spaziale americana e Chaffee al suo primo volo.
Questo incidente traumatizzò l'opinione pubblica statunitense e rischiò di far interrompere l'intero programma, ma la competizione contro l'URSS impose il proseguimento, infatti il predominio spaziale poteva essere paragonato a quello sui mari dei secoli precedenti in quanto prestigio e potere di un paese. I razzi che si alzavano verso l'alto, se utilizzati con una traiettoria balistica, poteva essere utilizzati per trasportare ordigni nucleari nei cieli dell'intero globo.
Con la missione Apollo 4 e 6 vengono effettuati i primi test di volo, con Apollo 8 il primo volo con equipaggio fino alla Luna, con Apollo 9 si collauda il LEM in orbita terrestre, con Apollo 10 si ripete la 9 ma in orbita lunare e finalmente con Apollo 11 l'allunaggio.
Prima di procedere nel racconto di questa missione e tanto per far capire le difficoltà dell'impresa, è bene specificare che perfino gli addetti ai lavori davano il successo al 50%. I 6Milioni di pezzi che componevano il razzo dovevano funzionare perfettamente senza avere la possibilità di eventuali riparazioni.
La sola garanzia era che il razzo della missione precedente aveva funzionato ma un vero collaudo pre volo era impossibile da fare.
La mattina del 16 Luglio alle ore 9:32 locali sulla rampa di lancio 39A di Cape Kennedy tutto è pronto per il più famoso conto alla rovescia, conto alla rovescia che vede protagonista la voce di un nostro connazionale:
Rocco Petrone. Figlio di contadini poveri del sud Italia grazie ai sacrifici dei genitori immigrati si laurea al MIT e diventa prima direttore di volo e poi capo del progetto Apollo, dalla Lucania alla Luna in una generazione.
"Ignition sequence starts 6, 5, 4, 3, 2, 1. Lift off, we have a lift off!"
Neil Armstrong, comandante al secondo volo, Buzz Aldrin, pilota del modulo LEM al secondo volo e Michael Collins, pilota modulo comando al secondo volo.
La navicella Columbia con il modulo Eagle iniziano il loro viaggio a 40.000Km/h coprendo i 384.000Km in soli 3 giorni, arrivati in orbita lunare occorre svolgerne 30 prima di avere la corretta posizione per il distacco e la discesa.
Armostrong ed Aldrin entrano nel LEM e si preparano al distacco dal modulo di comando.
Una volta distaccati dal modulo di comando Columbia volano per un qualche momento vicini, insieme.
A questo punto il comandante Armstrong accende il propulsore di Eagle ed inizia la discesa di verso la superficie.
A questo punto cominciano i primi problemi sul LEM.
Le comunicazioni radio risultano difficili e disturbate ma poi si normalizzano, si arriva a 100Km dal punto di atterraggio ed Aldrin accende i motori per rallentare la corsa del LEM ed iniziare la discesa.
A questo punto i due astronauti sentono una leggera pressione sulla pianta dei piedi, segno che iniziano a percepire la gravità lunare, ma si accorgono anche che il paesaggio fuori dall'oblò scorre troppo velocemente circa 2 secondi in anticipo rispetto ai piani di volo ed a quella altitudine significano decine di chilometri di differenza e, cosa ancora peggiore, il computer di bordo non si è accorto di questa differenza nel volo. Rischiano di finire lunghi, come si dice in gergo, viaggiavano a 20Km/h più velocemente rispetto a quanto pianificato, vicinissimi all'annullamento della missione.
Arrivati a 14Km di altitudine il LEM ruota per orientarsi all'allunaggio oltre ad orientare meglio le antenne del radar per calcolare la distanza esatta con il suolo.
Ancora altre complicazioni.
I dati forniti dal radar differiscono per centinaia di metri rispetto a quelli forniti dal computer, si rischia lo schianto, Aldrin decide di dare precedenza ai dati del radar ma appena schiaccia alcuni tasti del computer si aziona una acuta sirena e comincia a lampeggiare tutto.
Su un display appare la scritta "PROG" e su un altro display appare il codice "1202".
PROG significa allarme di programma, ovvero il programma del computer è andato in tilt.
1202 invece è un codice di errore che nessuno ha mai visto nelle simulazioni a Terra, i due astronauti non ne conoscono il significato.
Gli astronauti chiedono a Houston cosa fare illustrando quanto succede e la risposta che ricevono è sconcertante in un certo senso.
Il computer si sta resettando a causa delle innumerevoli operazioni che aveva dovuto sostenere ma tutti vedono che il computer sta continuando a funzionare e così dalla Terra arriva la conferma che si può andare avanti ignorando l'allarme.
Effettivamente tutto riprende a funzionare nella norma ma il tempo perso nel cercare di risolvere il problema ha visto sorvolare e superare il punto previsto per l'allunaggio ed a questo punto la quota di volo è ridotta a soli 300mt d'altezza dal suolo e senza una meta precisa, senza sapere dove poter allunare in sicurezza.
A questo punto, Armstrong capisce che il computer li sta facendo allunare su macigni grandi quanto una casa che causerebbero la distruzione del LEM stesso e decide di intervenire pilotando manualmente.
Nel frattempo a Houston vedono i dati di volo, vedono che il LEM accelera volando in orizzontale invece che rallentare con una parabola di discesa.
A questo punto per il LEM i secondi si fanno ancora più preziosi, l'annullamento sempre più vicino, il problema ora è il carburante.
Alla ricerca di un luogo sufficientemente piano e largo per allunare le pulsazioni di Armstrong, noto per la sua freddezza, raggiungono e superano le 150 al minuto.
"Quanto carburante abbiamo?" Aldrin risponde 8%, un niente, 90sec all'esaurimento.
Anzi ancora meno, quando rimarranno 20sec di carburante il computer prenderà il comando rilanciando in automatico il LEM verso l'alto per fargli raggiungere il modulo di comando.
Se la fortuna aiuta gli audaci, l'audacia di questi uomini non ha eguali.
A questo punto Armstrong localizza un'area di circa 20mq pianeggiante seppur circondata da massi ed asperità ma non c'è scelta a questo punto la quota è di soli 30 metri dal suolo.
Il countdown continua fino ai 30sec di carburante rimanente, a quel punto l'equipaggio si accorge di sollevare polvere con il getto del motore.
4mt, 3mt, 2mt, luci di contatto! Motori fermi!
Il LEM è allunato con soli 10sec di carburante rimanente.
I due si guardano e sorridono: sono sul suolo lunare.
A Houston aspettano fino a che non si apre la radio che fa sentire la famosa frase "Qui base della Tranquillità, l'Aquila è atterrata!" alla intera popolazione mondiale che era rimasta con il fiato sospeso per tutto quel tempo.
L'intero pianeta festeggia.
A bordo del LEM, invece, inizia il lavoro febbrile necessario alla preparazione della passeggiata, alla raccolta dei campioni di suolo ed al posizionamento degli strumenti scientifici portati. Inoltre c'è il pericolo di un possibile decollo di emergenza per danni al veicolo od altro, della Luna si conosce ancora poco in realtà compresa la reale consistenza del suolo è sconosciuta seppur teorizzata.
Le finestre per un lancio di emergenza orientato al rendez-vouz con il modulo di comando sono 3 (T1, T2 e T3) e bastano pochi secondi per non far incontrare al LEM il modulo di comando, è estremamente urgente controllare che tutte le pressioni rimangano stabili per scongiurare eventuali perdite e gli strumenti di bordo.
Tutto è a posto, l'uomo è sulla Luna e ci si può fermare per il tempo previsto dalla missione.
Sono necessarie però ancora 6 ore prima che possano uscire all'esterno fra il riposarsi e la preparazione all'uscita stessa ma finalmente ecco che alle 4:56 del 20 Luglio 1969, ora italiana, si apre il portello.
Nemmeno aprire il portello è risultato semplice a causa della pressione interna che lo teneva bloccato, così che i due astronauti hanno dovuto forzarlo un po' stando bene attenti a non esagerare per non comprometterne la tenuta necessaria alla ripartenza. Armstrong piega un poco l'angolo superiore del portello e l'ossigeno fuoriuscendo crea un arco di cristalli di ghiaccio. A questo punto esce goffamente e si posiziona su una specie di piazzola sagomata proprio davanti al portello, tira un anello ed una piccola telecamera si posiziona per riprendere l'evento ed inizia l'invio a Terra di quanto sta accadendo.
Sono le immagini che tutti noi conosciamo.
Muoversi ad un sesto della gravità con una tuta spaziale di quel genere non è facile, si diventa goffi. La scaletta non arriva nemmeno in fondo alla gamba costringendo Armstrong a fare un piccolo salto atterrando sul piede della zampa.
A questo punto con un piede saggia il terreno per vedere se reggerà il suo peso descrivendo il suolo e poi:
"Un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l'umanità."
Neil Armstrong è il primo uomo a mettere piede sulla superficie lunare.
Dopo 14 minuti esce anche Aldrin ed iniziano a raccogliere campioni e disporre strumentazioni: un sismometro ed un riflettore composto da prismi che si può colpire ancora oggi con un laser dalla Terra per calcolare la distanza con la Luna (che è in costante allontanamento).
Dopo quasi un intero giorno terrestre sul suolo lunare è giunto il momento di ripartire, chiuso il portello e ripressurizzata la cabina, i due si accorgono che la levetta di comando per il decollo è rotta.
C'è un buco al posto della linguetta metallica che è caduta sul pavimento probabilmente rottasi durante le precedenti operazioni di vestizione, ennesimo imprevisto potenzialmente mortale.
Aldrin prende una penna ed infilandola dentro il comando lo farà scattare accendendo il motore e facendo decollare il LEM.
Un motore di risalita, quello del LEM che prevedeva una accensione dovuta al semplice contatto fra combustibile e comburente, o si accende o non si accende.
Senza nessuna possibilità di riprovare l'accensione.
Al comando di accensione per qualche secondo il nulla e dopo una forte esplosione il decollo. La superficie si allontana ed il modulo di comando Columbia si avvicina per il rendez-vouz lunare.
Manovra perfetta, Columbia ed Eagle sono agganciate perfettamente.
Un'ultima orbita lunare durante la quale sganciare il modulo lunare e ricevere la spinta gravitazionale l'ultima accensione del modulo di servizio per i tre giorni di viaggio del rientro a casa, il pianeta Terra.
Rientro anch'esso denso di rischi. Sbagliare la velocità che deve essere di 11.2Km/s e l'angolo di rientro che se troppo largo farebbe rimbalzare la capsula sull'atmosfera come un sasso sull'acqua e se troppo stretto farebbe bruciare la capsula nell'atmosfera non bastando in quel caso lo scudo termico.
Rientro nell'atmosfera, paracaduti aperti e splash down nell'Oceano: tutto secondo programma.
Il mondo intero accoglie e festeggia i tre uomini che rappresentano l'apice di quell'enorme sforzo scientifico e produttivo.
Quando la realtà supera la fantascienza. Era un'epoca di telefoni a disco ed interruttori meccanici che oggi è difficile solo immaginare o per chi, come me, è nato negli anni '70, si ricorda a stento.