Vietato non guardare

Non guardare su.
Guarda giù, di lato o dove vuoi, ma non alzare lo sguardo. E la testa, soprattutto.
Sì, "Don't Look Up", il film con gli strepitosi Di Caprio e Lawrence, l'ho visto anch'io. Ma questa non è una recensione. E’ un invito a pensare. Un mezzo spoiler ed un articolo a metà. Perché ognuno faccia le proprie considerazioni.
Si riflette molto, davanti a questo film. Parti con il corpo seduto e la mente comoda. Ma la seconda si allerta dopo poco.
C’è una candidata al dottorato in astronomia dell'Università del Michigan che scopre, quasi per caso, una cometa. Riconsiderando la scoperta insieme al suo docente, viene fuori che la cometina impatterà sulla terra a breve. Tempo 6 mesi e 14 giorni e la creatura, larga 9 chilometri, si schianterà sul pianeta provocando la distruzione di ogni specie vivente. Un bel casino.
Kate (la dottoranda) ed il prof. Mindy (il Prof. della Statale) contattano la Nasa che informa Il Capo Ufficio Coordinamento della Difesa Planetaria, il dr. Hobertorp, che non ha bisogno del disegnino per capire che la situazione è grave-anzi-gravissima. E fa in modo che i due scienziati possano volare, a tempo quasi zero, alla Casa Bianca. Fin qui, cometa a parte, tutto liscio.
Una volta arrivati, vengono parcheggiati, e dimenticati, sui divanetti nel locale adiacente allo Studio Ovale. Un generalone che si definisce “l'occhio del Pentagono su qualunque cosa lo richieda” offre loro qualche snack per spezzare la fame e l'attesa e, beh, non spoilero rispetto a questo, ma se ciò che accade non è specchio di come le istituzioni trattano tutti noi...
I tre, perché c'è anche il dr. Hobertorp, se ne stanno lì, a far nulla, per circa 7 ore, prima di essere dirottati in un motel a spese del Presidente. Che non ha potuto incontrarli a causa di un mega intoppo con un suo candidato. Perché, sì, siamo a poche settimane dalle elezioni e se viene fuori uno scandalo, mo' so' cazzi. Nemmeno la fine del mondo può competere con i problemi di chi abita il Palazzo.
Tornano il giorno dopo, i tre baldi giovani. E l'incontro con il Presidente ed il suo Gabinetto, finalmente, si fa.
Gli scienziati espongono il problema. Tra 6 mesi e 13 giorni, se la cometa non verrà dirottata, il mondo finirà. Lo avete capito che finirà?? FI-NI-RA'!!
E ora, sì, inizia il bello.
Perché la comunicazione tra scienza e politica si rivela in tutti i suoi limiti. O forse, è il tentato dialogo tra scienziati veri e politica, quasi sempre fine a se stessa, a creare un contesto da teatro dell’assurdo.
La politica che, nel confronto con la scienza, non comprende. E liquida tutto quanto, chiedendo se si tratti di un “evento potenzialmente rilevante” e aggiungendo che “non si può andare in giro a dire alla gente che ha il 100% di probabilità di morire” e che l’approccio consigliato è quello di “attendere e accertarsi”, dopo che la Casa Bianca avrà chiesto ai “suoi” scienziati. Ognuno con la sua scienza sotto il braccio, quindi. Ed una domanda, straniante, fatta da chi dovrebbe, per definizione, prendere in mano la situazione: “Ma quanto manca alle elezioni?”.
La scienza non fa presa. I due, scaricati dalla Casa Bianca, si rivolgono alla stampa, sperando di far breccia, di informare, almeno, partecipando ad una trasmissione televisiva. Le raccomandazioni che precedono questa ospitata sono lo specchio di un mondo.
Perché, che occorra “rimanere sul semplice” è comprensibile, ma, quando, di fronte alla domanda del Prof Mindy “Che c’è di criminale nel raccontare la verità?” uno dei giornalisti commenta “Mi sembra un po’ lento. Va preparato.” ci si chiede perché vada preparato chi, seppur nella finzione, è lì per preparare noi. Si tratta di chi la sa, e tanto. E va bene utilizzare un linguaggio comprensibile alla massa, ma la verità è una e se viene filtrata non è più tale.
I due, soprattutto lei, ci vanno giù pesanti. Lo dicono chiaro che il mondo è in pericolo. E la reazione del pubblico tutto e della stampa fa pensare che chi, a questo mondo, si prende responsabilità importanti, la responsabilità di comunicare un pericolo, in questo caso, viene percepito come fastidioso e scomodo. Viene ridicolizzato e, con lui, tutta la verità che si porta dietro. Che, di questi tempi, non può essere raccontata come se niente fosse.
"Qui abbiamo il compito di alleggerire le notizie", commenta la presentatrice. Ma c'è davvero poco da alleggerire. Il peso di un meteorite che sta per impattare contro il tuo pianeta non lo puoi e non lo devi alleggerire.
Ed è qui, film a parte, che volevo arrivare. Al di là del consiglio, che mi sento di dare caldamente, su “Don’t Look Up”, che adesso smetterò di spoilerare.
Gli ultimi due anni sono stati complicati. Gli ultimi due mesi, pure.
Però, chissà non sia proprio quando le cose si complicano, il momento per guardare oltre, per guardare meglio.
Guardare alla politica, analizzando i meccanismi che la regolano. Chi è chi ci governa. Quali azioni ha compiuto e con chi ha avuto a che fare prima di ricoprire il ruolo che ricopre.
Guardare ai modi dell’informazione. Alle notizie. Martellanti, incessanti. Prima il corona virus, i contagi, i morti, le varianti, e, alla fine, i vaccini. Adesso l’Ucraina. E di nuovo le immagini dei morti, i massacri, e, alla fine, la vendita di armi.
Al di là delle opinioni e delle scelte personali, ce lo dovremmo chiedere, sempre, il perché di tanta insistenza su determinate questioni. Perché, va bene, è l’epoca delle all-news, delle notizie 24 h su 24, ma abbiamo vissuto per anni con tre edizioni del tg al giorno senza il rischio di morire di disinformazione. E adesso, davvero abbiamo bisogno di tutto questo? Di notiziari giorno e notte, tutti uguali da un canale all’altro, ed un televisore sempre acceso a colmare la fame di un ultim’ora?
Dove non dobbiamo guardare, ce lo siamo chiesti?
Una volta c’era il visto da destra ed il visto da sinistra. E magari era fazioso, ma era più chiara, a mio parere, l’opinione di chi ci raccontava un fatto. Ed era anche più semplice filtrare questa opinione. Perché dietro ad una linea editoriale c’era un pensiero politico. Adesso c’è altro. Qualcosa che indirizza le menti e, per come la vedo io, giustifica, a priori, le scelte di chi ci governa. E prepara il terreno per creare, in chi ascolta, certezze incrollabili.
Faccio un ultimo riferimento al film. E alle decisioni che il Gabinetto della Casa Bianca prenderà per difendere il pianeta. Cosa si diceva poco fa? Guardare ai rapporti e agli interessi di chi ci governa. Che va fatto sempre. Guardiamoci sempre, dove ci dicono di non guardare. Non è difficile, in fondo.
Dove non dobbiamo guardare è un posto vicino. E’ appena dietro l’angolo.

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