2030 La Grande Depressione

La grande depressione americana del 28 ed i giorni nostri. Analogie.

Lo scandalo della povertà di oggi può solo essere paragonato alle condizioni che, alla fine del 1700, hanno portato alla rivoluzione francese. Oggi non ci sono monarchi assoluti, ma politici "democraticamente" eletti.
Anch’essi completamente staccati dalla realtà, arroccati nei palazzi, serviti e riveriti.
Politici che percepiscono 500 euro al giorno di stipendio e che ritengono uno spreco i 500 euro al mese del reddito di cittadinanza. Che bastano a malapena a pagare le bollette e l’acquisto di pasta e pane. Frutta, verdura e carne, anche no.
Scoppierà una bomba sociale e temo scoppierà a breve.
"Fra le persone in povertà assoluta e quelle in povertà relativa stiamo parlando del 40%"
"Non possiamo non occuparcene"
"Le classi dirigenti che non si pongono il problema e stanno tagliando il ramo sul quale sono sedute…”
"C'è una colpevolizzazione della povertà"
Queste le dichiarazioni dell'assessore al Welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolé, raccolte nell'intervista a Riccardo Iacona ed andate in onda a Presa Diretta.
Il precariato, per primo, ha innescato questa bomba agli inizi degli anni 90. I primi rapporti di lavoro basati su contratti a tempo determinato erano pensati per far lavorare chi non lavorava e non affinché diventassero il sistema.
Con il precariato si sono abbassati i livelli salariali grazie al ricatto, esplicito o meno, del "se ti va bene è così, se non ti va bene, ne trovo un altro al quale andrà sicuramente bene la miseria che ti offro".
Da lì allo sfruttamento il passo è stato rapidissimo.
Altro vantaggio del precariato, per nulla secondario, consentire agli imprenditori di incrementare enormemente le proprie ricchezze personali.
Retribuzioni di 4€/h significano il ritorno al feudalesimo quando l'aristocratico di turno concedeva un tozzo di pane al contadino che produceva la ricchezza dello stesso aristocratico.
Retribuzioni di 8€/h (nel migliore dei casi) costringono il lavoratore ad orari estenuanti, anche di 13 ore continuate al giorno o di andare a lavorare per 1 ora al giorno magari di prima mattina o in serata.
Concentrare la ricchezza in mano di pochi è un altro enorme contributo all'innesco della bomba sociale che presto finirà col detonare: da una parte il ricco e dall'altra parte la maggior parte dei cittadini che non vedono nemmeno più garantita la sanità e la possibilità di acquistare le medicine.
L'esclusione sociale portata dalla mancanza di lavoro e quindi di reddito non fa altro che accorciare la miccia della bomba.
Quando una persona si ritrova sola, senza cibo né un tetto sopra la testa, prima o poi diventa un problema per la società.
Quando le persone sono 10.000.000 salta l'inclusione sociale, la struttura stessa dello Stato.
5.600.000 poveri assoluti e 4.400.000 poveri relativi su una popolazione di 60.000.000 individui, nonostante il Reddito di Cittadinanza e senza il quale i numeri sarebbero sicuramente più alti.
Secondo l'attuale governo, dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all'ultimo dei deputati della maggioranza, i percettori del "metadone di Stato”, come lo ha definito la stessa Meloni, sono persone che non hanno voglia di lavorare, come se 500€ al mese garantissero una vita decente.
Questo governo ha tagliato il Reddito di Cittadinanza ma non ha messo in atto alcuna misura di sostegno al lavoro limitandosi a definire occupabili i percettori dello stesso, i poveri.
Quindi, da luglio, i poveri non vedranno più il sostegno economico e niente sarà stato fatto per farli lavorare.
A questo va poi aggiunta la crisi economica, dovuta in gran parte alla speculazione, all'inflazione a due cifre che affligge maggiormente gli ultimi.
La situazione che stiamo vivendo ricorda la grande depressione che colpì agli inizi del 1900 gli USA.
Le condizioni sociali molto simili e le code di persone che aspettano gli aiuti alimentari, anche nella produttiva Milano, ce lo dimostrano quotidianamente e le cause economiche divergono pur mantenendo analogie.
L'analogia più evidente è il fatto che, prima o poi, anche gli sfruttatori del lavoro, dei cittadini, finiranno col fallire non vendendo più quello che producono perché nessuno avrà il potere economico per comprarlo.
Il lavoro è garantito dalla Costituzione della Repubblica dove non solo è scritto che la Repubblica è fondata sul lavoro ma anche che questo deve essere retribuito proporzionalmente e garantendo una vita dignitosa all'individuo.
Stranamente i media ed i legislatori, il governo per meglio dire, si preoccupa della costituzionalità del 41bis ma ignora istruzione, sanità e lavoro.
La storia insegna se la si studia ed ancora di più se si capiscono le cause che hanno scatenato gli effetti.
A chi conviene tutto questo?
A chi conviene un popolo ignorante, sfruttato e quindi ricattabile?
Chi sostiene questo sistema e questi politici?

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