Era il 2019 ed i giovani di tutto il mondo iniziarono a manifestare contro i cambiamenti
climatici coinvolgendo in poco tempo intere generazioni. Il 15 marzo dello stesso anno si è svolta a Genova la prima di queste manifestazioni di protesta.
E c’ero anch’io. Incuriosito dal fenomeno “Friday For Future” ho seguito i cortei con la mia reflex.
Impressionante la folla oceanica raccoltasi per l’occasione.
A metà mattinata mi sono spinto davanti alla testa del corteo, sopra ad uno dei cubi di marmo in fondo a Via San Vincenzo, ho visto con i miei occhi tutta quella gente sfilare.
Un corteo che ha impiegato più di 40 minuti a sfilare, con passo celere, da cima a fondo.
Ero entusiasta e speranzoso nel vedere un insieme così eterogeneo di persone, unite per un obiettivo comune.
Mi ripetevo che sarebbe stata la volta buona. Ma mi sbagliavo!
Ovviamente, mi stavo sbagliando!
Seguirono proclami da destra a sinistra, perfino il Papa iniziò, da subito, ad elogiare gli sforzi di questi ragazzi. Ma furono chiacchere e distintivo, alla fine.
Chiacchere e distintivo, solo chiacchere e distintivo!
I politici, da parte loro, si dissero a favore dell’abbattimento delle emissioni e delle fonti
energetiche rinnovabili. Sui quotidiani, nei talk show, ai comizi e nelle interviste al volo.
“Parole, parole, parole… soltanto… parole, paroleee” cantava Mina.
Qualche legge è stata varata, è vero, ma il problema è che è sono state fatte indirizzandole ai cittadini e non alle aziende produttrici, men che meno alle partecipate.
In parole povere: tanto per spillare i pochi risparmi, per chi ancora li ha, ai cittadini e senza occuparsi di chi, producendo, continua ad inquinare a più non posso.
Per spolpare chi guida una Panda, senza disturbare chi produce SUV.
O vessare con la differenziata, che non funziona, senza imporre ai produttori alimentari (ad esempio) la riduzione degli imballi.
Bello ristrutturare le abitazioni per ridurne lo spreco energetico, ma se non hai le decine di migliaia di euro per farlo che te ne fai di un decreto come il super-bonus energetico?
Altra cosa sarebbe stato imporre ad ENEL, giusto per fare un esempio, di investire per cambiare il processo di produzione energetico.
Bello cambiare la vecchia Panda con una nuova auto ibrida od elettrica ma se non hai i 20.000 euro necessari…
E se poi l’energia viene prodotta con fonti fossili, cosa cambia?
Probabilmente è molto più ecologica un’auto ibrida con un motore a combustione ad idrogeno rispetto ad una completamente elettrica.
Idrogeno che ormai può essere prodotto in modo ecologico.
Va considerato, infatti, il costo ambientale delle batterie da smaltire e dell’estrazione delle materie prime, quest’ultimo è poi da considerare anche un costo sociale visti i
soprusi che spesso accompagnano i paesi dove queste sono presenti.
Bella la raccolta differenziata ed il riciclo ma per quale ragione due cordon bleu devono essere venduti dentro un vassoio di polistirolo ed avvolti nella pellicola trasparente?
E costano solo 2 euro e spiccioli?
Come è possibile!? Tutto il costo energetico, le emissioni e lo smaltimento dell’imballo chi le paga?
Pantalone! Come sempre!

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