Gli alberi. Che migliorano la nostra vita, solo a guardarli.
Gli alberi. Che ci danno l’ossigeno senza il quale non potremmo respirare. Ventidue alberi per l’ossigeno necessario ad una sola persona. Non si risparmiano, no.
Gli alberi. Che mantengono la temperatura fresca e assorbono la contaminazione generale di cento auto. Se pensiamo che un solo albero può mitigare il clima come dieci condizionatori accesi, inevitabilmente, giganteggia, la natura, rispetto ai nostri imperfetti sforzi tecnologici.
Degli alberi abbiamo bisogno per vivere. In spazi urbani in cui colate di cemento invadono tutto, anche lo spazio destinato a chi lascia questo mondo.
Abbiamo accennato, nell’articolo “Cenere sei…”, alla cremazione come ad una scelta ormai molto diffusa. Rispetto a questo, non sorprende quanto gli alberi, possano rappresentare, una volta ancora, una specie di certezza. Ed un’alternativa alle consuete sistemazioni post-mortem.
Un’alternativa che ci accoglie in una forma nuova.
Dall’idea di un designer spagnolo, è nato il progetto Urna Bios.
Urna Bios è un’urna funeraria vera e propria, completamente biodegradabile. E’ divisa in due sezioni, una inferiore con le ceneri del defunto ed una superiore, con terriccio e seme dell’albero scelto. Si può scegliere il tipo di albero, sì, quello che più ci somiglia. Quando il seme germinerà, le radici che si svilupperanno troveranno le ceneri, unite a sali minerali, a fare da fertilizzante.
Una geniale e circolare affermazione della vita, in questa idea in cui non riesco a trovare punti deboli. La poesia della rinascita, nelle creature delle quali l’uomo non può, in nessun modo, fare a meno. Nuovo verde che dà ossigeno e la morte che assomiglia sempre di più alla vita. Impossibile non commuoversi. Di fronte ad un albero che cresce e porta con sé parte di noi.
I contesti urbani, dicevo, hanno sempre più bisogno di spazi verdi. Che richiedono manutenzione, è vero, ma offrono una vivibilità che andrebbe perseguita ad ogni costo. Che tristezza vedere enormi piazzali vuoti, senza un albero, strapieni solo di auto. Che meraviglia, invece, pensare a contesti in cui gli alberi, che sono solo e comunque vita, mettano radici in ciò che resta dell’uomo. Per pensare verde e guardare lontano è dal verde che occorre partire, in ogni direzione dell’esistenza. Prima, durante e dopo.
Ad investire in natura ci si guadagna sempre. Ed al sempre non c’è fine.
