Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi dell'astronave.
Siamo tutti cresciuti ascoltando queste parole all'inizio di ogni puntata di Star Trek.
Siamo cresciuti immaginandoci che si trattasse di racconti futuristici ed irrealizzabili.
Questo ragionamento è in parte vero ed in parte falso, per molti aspetti, sicuramente falso.
Certamente i viaggi a velocità warp fra una galassia e l'altra sono irrealizzabili, ma la ricerca di altre forme di vita o la colonizzazione di altri corpi celesti, no. Lo stiamo facendo da anni sia attraverso l'invio di sonde nello spazio che con l'ascolto dei segnali radio dello spazio profondo per quanto riguarda la ricerca di vita extraterrestre mentre stiamo realmente preparandoci a colonizzare prima la Luna e poi Marte.
Spesso si sente considerare queste operazioni come uno spreco di risorse senza una ricaduta nell'economia e nella vita reale delle persone, niente di più sbagliato.
Basti pensare che la missione Artemis I che invierà una capsula in orbita intorno alla Luna per poi rientrare sulla terra dopo alcune settimane in preparazione al ritorno dell'uomo sulla superficie lunare costa quanto è costata una settimana di guerra in Afghanistan o la metà dei soldi che si spendono in un anno in deodoranti e profumi costando al singolo cittadino pochi centesimi delle tasse che vengono pagate.
Le ricadute sono innumerevoli tanto sul piano economico che nella vita di ognuno: il WiFi, i sensori CCD delle telecamere, i microprocessori vengono appunto dalla ricerca spaziale ed è difficile immaginare la vita quotidiana senza uno smartphone (almeno per noi occidentali) senza considerare che se un video non è in 4K ci risulta poco definito od il fatto che praticamente ogni apparato elettronico ha un microprocessore nel suo interno e tutto è super miniaturizzato. Tutto questo deriva dalla ricerca spaziale.
Chi ha brevettato questi dispositivi ha avuto ritorni economici che variano da 9$ a 40$ per ogni dollaro investito a seconda del brevetto.
Migliaia di persone hanno dovuto lavorare, quindi percepire uno stipendio, per realizzare prima le attrezzature e poi le missioni.
Anche in Europa, anche in Italia che peraltro è un'eccellenza in questo.
Risulta inimmaginabile quali e quante scoperte faremo costruendo una stazione spaziale orbitante intorno alla Luna e colonizzando la stessa. Ovviamente sono già in programma ricerche scientifiche a riguardo come ad esempio lo studio della vita del sole, la nostra stella così importante per la vita, facendo dei carotaggi nel suolo lunare infatti si potranno vedere come sono cambiate le radiazioni solari nel corso delle ultime centinaia di milioni di anni mettendoci così in grado di ipotizzare come queste cambieranno nel futuro e quindi capire meglio il comportamento del Sole stesso. Siamo protetti dalle fasce di Van Allen dalle radiazioni solari ma questo
non vieta alle tempeste solari di impattare su alcuni fenomeni terrestri come ad esempio la propagazione delle radiofrequenze.
Basti pensare che le stesse Aurore Boreali sono dovute a particelle solari che sfruttando una debolezza polare delle sopracitate fasce filtrano nell'alta atmosfera terrestre.
Ci sono anche risvolti politici oltre che economici e pratici conseguenti le missioni spaziali, infatti non essendo al momento possibili da realizzare da un singolo paese
necessitano di una cooperazione internazionale e sappiamo che se ci sono interessi economici comuni si realizzano cooperazioni piuttosto che guerre (almeno fra pari).
La missione Artemis è suddivisa in tre parti principali e vedrà la prima parte protagonista del ritorno in orbita lunare da parte dell'uomo con l'inizio della costruzione di
Gateway, la stazione orbitante intorno alla Luna con quote che varieranno dai 3.000mt ai 70.000mt potendo così anche effettuare esperimenti nello spazio profondo senza subire l'influenza gravitazionale.
Utili anche a valutare le difficoltà del prossimo viaggio verso Marte e da dove con landers (costruiti da aziende private) si potrà scendere sulla superficie lunare. Quindi con Artemis I vedremo i primi lander robotici dimostrare la possibilità dell'estrazione del ghiaccio lunare fonte di acqua, idrogeno ed ossigeno per i futuri coloni, i primi moduli della stazione Gateway ed il trasporto dei primi utensili (come stampanti 3d) sulla superfice lunare.
Le diverse missioni saranno automatizzate per garantire la sicurezza dei futuri viaggi con esseri umani.
Con Artemis II vedremo i primi uomini ritornare ad orbitare intorno alla Luna e finalmente con le missioni Artemis III potremo rivedere esseri umani sulla superfice lunare e questa volta in maniera stabile, un po' come avviene da 30 anni sulla ISS orbitante a 400km dalla superfice terrestre.
La cosa eccezionale è che il lancio di Artemis I (o meglio del razzo SLS) è previsto già quest'anno e dovremo vedere i primi allunaggi umani entro un paio di anni da oggi. La prima donna dovrebbe posare i piedi sulla Luna nel 2024. Artemis: la gemella di Apollo, nome delle prime missioni lunari degli anni '60/'70, nel 1969 la NASA ha voluto fosse Neil Armstrong, un civile, come primo uomo sulla superfice e non un militare come la maggior parte degli astronauti dell'epoca proprio per dimostrare la chiara intenzione dell'obiettivo scientifico e non militare dell'epopea spaziale. Oggi, al contrario, gli astronauti sono principalmente scienziati e circa la metà di
loro sono donne.
Sarà infatti una donna a mettere per prima i piedi sulla Luna, anche questo un gran bel segnale al resto dell'umanità. Speriamo non rimanga un semplice segnale ma che
diventi un esempio in favore della parità di genere.
Verso l'infinito ed oltre!
Chiudo con questa citazione dal famoso film di animazione perché il viaggio del genere umano è appena iniziato e solo i nostri egoismi possono fermare questa nuova Odissea.
