The Land down under

L'Australia è protagonista della terzultima gara del motomondiale, The Land Down Under, con gli animali che attraversano la pista. Nelle qualifiche della MotoGP, un wallaby ha rischiato di essere centrato da Aleix Espargaro e, nelle qualifiche della Moto2, è arrivata la bandiera rossa per la presenza di volatili.
Una terra ancora selvaggia, una terra adatta a persone coraggiose ed anche un po' svalvolate, se vogliamo.
Ed ecco che arriviamo al tracciato, disegnato proprio per esaltare il coraggio e l'abilità dei piloti.
Quel cambio di direzione a gas spalancato dove la moto bisogna spostarla, a braccia, senza farsi aiutare dal parzializzare del gas nel cambio di piega.
Una roba da uomini veri ed è bene ricordare che tutti e 22 i partecipanti al Mondiale lo sono. E tutti e 22 sono veri Campioni!
Le qualifiche non vanno benissimo: Bagnaia parte 3°, Quartararo 5° e Bastianini 17° per colpa di un Oliveira con la testa fra le nuvole che, pascolando in una curva, gli rovina la qualifica.
Domenica, 5.00 del mattino: i semafori si accendono. Tutti pronti. Allo spegnimento, scatenate l'Inferno.
Parte male Bagnaia ma recupera in brevissimo tempo, Quartararo, anche oggi, inizia da subito a perdere posizioni.
Martin, nei primi giri, conferma quanto dimostrato in qualifica restando al comando della gara.
A dimostrazione che le voci sugli ordini di scuderia secondo cui Ducati avrebbe appunto ordinato agli altri 7 piloti di favorire Bagnaia siano delle fesserie da Formula 1, viene sbugiardato dal fatto che la rimonta di Bagnaia nella classifica iridata viene insidiata proprio dal compagno di squadra Jack Miller che prima gli morde il freno dietro e poi lo ingaggia.
Il gruppo rimane compatto per tutti i 27 giri, tutti in gestione delle gomme come confermerà Bagnaia nelle interviste post gara.
Sembra di guardare la Moto3, forse una gara di ciclismo, osservando quanto sono attaccati fra di loro. Ma hanno 300cv e volano a più di 300Km/h.
Il disegno del tracciato ed il nastro d'asfalto che lo dipinge richiedono di essere conservativi con le gomme e tutti scelgono la mescola dura o la media, tutti tranne Marquez che, a sorpresa, sceglie la morbida.
Riesce a completare la gara rimanendo sempre nelle primissime posizioni.
"Con questa Honda bisogna inventarsi qualcosa”, così risponderà alla domanda sulla scelta della gomma nel post gara.
La guida conservativa rende la gara emozionante tenendo tutti i campioni vicinissimi ed arricchendo il contesto con una serie di sorpassi e controsorpassi, fra il primo ed settimo c'è un secondo per gran parte dei 27 giri.
Enea Bastianini che, alla fine del primo giro era 16°, ha finito 5°, forse se Oliveira non gli avesse rovinato la qualifica avremmo potuto gioire di un'altro taglio del traguardo del duo Pecco-Bestia distanziati di pochi millesimi l'uno dall'altro come nelle ultime due gare. La prossima stagione sarà sicuramente elettrizzante vedendoli compagni di squadra.
Quartararo sembra innervosito dal recupero di Bagnaia nella classifica, lo sembra già dallo scorso weekend di gara.
Cercando di recuperare le posizioni perse alla partenza, arriva lungo in una staccata ed è costretto ad un'escursione fin quasi sull'erba che lo vede rientrare in pista nelle ultime posizioni costringendolo ad una rimonta durante la quale viene tradito dall'aderenza del suo anteriore in una piega a sinistra lanciandolo in una scivolata che ovviamente gli costa il ritiro.
Una menzione speciale se la merita la Suzuki, una splendida Suzuki guidata con maestria da un Alex Rins in splendida forma. Una Suzuki, per dirla con la metafora di Mauro Sanchini, in cui il violino Suzuki ha suonato un crescendo degno del Cannone di Paganini tagliando il traguardo in prima posizione davanti ad un trenino composto da 5 moto davanti ad Honda e Ducati.
Romantico, poi, che questo violino di moto abbia regalato una vittoria prima dell'addio, un vero Canto del Cigno visto che alla fine della stagione la Suzuki lascerà il mondiale MotoGP.
Una nota di demerito va al Marquez, quell'altro, il fratello. Alex Marquez. Arrivando a velocità della luce da dietro, perde il controllo e centra il povero Miller che fino a quel momento firmava una splendida gara.
Non mi piace troppo parlare del privato ma Jack è una splendida persona e si è appena sposato e questa era la prima gara dopo il matrimonio, pure la gara di casa. Si meritava un risultato migliore dell'essere affondato da un pilota con la vena chiusa.
Torniamo alla gara:
Fino all'ultimo giro Bagnaia è primo ma viene superato...
Finisce in volata, una volata a cinque... Pecco terzo, Marquez secondo e Rins primo!
Bezzechi 4° e Bastianini 5°, Il Bez si laurea Rookie of the Year.
Marco Bezzechi Rookie of the Year!
Che gara! Sul podio tutti veramente entusiasti del lavoro fatto in pista ed al pubblico vengono regalati stivali, guanti e saponette. Segno, questo, della felicità dei piloti che, consci di aver dato tutto e nel rispetto degli avversari, sono, giustamente, entusiasti.
Ci vediamo in Malesia!

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