Quando Netflix non l’ha doppiato in italiano, ma vale comunque la pena. Fidatevi.

E ci risiamo. Con un’altra serie. Brasiliana stavolta. Che ho guardato in spagnolo perché ormai va così.
Si intitola “La Cosa più Bella” e ogni volta che arrivo all’ultima scena dell’ultima puntata della seconda stagione mi chiedo come farò a star senza. L’ho guardata tre volte, almeno, ed è stato riduttivo aver potuto mettere un solo mi piace.
Siamo a San Paolo nel 1959. Maria Luisa, bella e benestante quel tanto che basta a lasciar presupporre un futuro solo in discesa, si trasferisce a Rio de Janeiro per raggiungere il marito con il quale sta per aprire un ristorante.
La realtà che l’attende una volta a destinazione è molto diversa, in verità. Tutta da reinventare.
Dopo un comprensibile scoraggiamento iniziale che la porta ad un passo dalla tragedia, Maria Luisa prende in mano le redini della sua vita.
In mezzo agli inevitabili ostacoli, è vero, ma con l’appoggio di straordinari compagni di viaggio.
Un’avventura ed una storia declinate al femminile. Dove le barriere sociali sono forti e l’emancipazione della donna qualcosa per cui tocca lottare a caro prezzo. I temi importanti ci sono tutti. Si sorride e si soffre. E si va avanti. Costruendo sempre, anche sulle macerie e sul dolore.
Ci si innamora letteralmente di questa serie in cui la Bossa Nova è protagonista indiscussa. E che ci regala, insieme alle emozioni forti, le note perfette di tempo ed un luogo traboccanti di magia.
Buona visione, quindi. In attesa di una meritata terza stagione.

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