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Ci sono pagine che scorrono fra le dita con leggerezza perfetta. E tuttavia con un’intensità che ti attraversa nel profondo. La “Trilogia delle Lune” di Martina Bertocchi è stato questo. Appassionarsi ad una storia, affezionarsi ai suoi personaggi, lasciarsi trasportare, nel salto temporale tra due epoche, tenendosi ad un filo. Quello della stessa anima condivisa da due indimenticabili donne.
Da Marta, ventiduenne genovese del 2014, dall’interiorità non banale. Una che inciampa e che è impossibile non amare. Fosse anche, o solo, per quanto è instancabile nel ricercare la verità dentro di sé, ad ogni costo.
Sostenuta da una famiglia che è come dovrebbero essere tutte le famiglie, amorevoli, presenti, solide, nonna Anna in testa, e circondata da amici con la A maiuscola, cadrà, ma saprà rialzarsi in un percorso a ostacoli in cui dovrà guadagnarsi con fatica ogni grammo di consapevolezza.
E da Flaminia. La donna del passato. Fiera, a dir poco. Con addosso tutto il peso di un’esistenza e di un periodo storico che non fecero sconti a chi non contemplava la cieca sottomissione al potere tutto. Flaminia non riceve amore da nessuno. Nel deserto emotivo che la circonda, trova sollievo creando legami con chi è costretto a vivere ai margini. Subisce il peggio, Flaminia, e lo restituirà con gli interessi. Ma la si ama, punto.
Ci si affeziona, sì, agli autentici personaggi di questa storia. Per quel loro modo di essere profondamente umano, nel voler bene o nel non volerne. Per il coraggio di essere se stessi al di là di ogni possibile conseguenza.
C’è, oltre a questo, un solido asse, frutto di studio e ricerca, su cui si sviluppa non solo la ricostruzione di un’epoca passata, ma anche di una dimensione che sta nell’oltre di ogni realtà. Dei tarocchi, della magia, di una dimensione onirica che svela e magari spaventa, dell’ipnosi regressiva. Degli irrisolti che si riaffacciano, nella vita di ognuno, sfidando le barriere spazio-temporali.
Mi è capitato di appassionarmi talmente tanto a questa storia da scoprirmi in pensiero per i suoi personaggi. Mi è capitato di dover sospendere la lettura e infastidirmi perché avrei voluto leggere tutto d’un fiato. Mi è capitato di voler arrivare alla fine, divorata dalla curiosità, e di percepire, all’ultima pagina, la malinconia profonda che arriva solo quando in mezzo ad una storia ci sei stata davvero e hai fatto talmente tanta amicizia con i suoi personaggi che l’ultima cosa che vorresti fare è dirgli addio chiudendo l’ultima pagina del libro.
Camminare tra le vie di Genova, percepire il profumo del suo splendido mare, abbandonarsi a cavalcate nei boschi tra alberi secolari, sembra davvero di camminarci in mezzo, di respirare l’aria dei luoghi e dei tempi che Martina riesce a rendere realtà.
Sì, “La Trilogia delle Lune” è un romanzo che si fa tanto amare. Li amerete anche voi, Marta, lo splendido Fabri, la scombinata Vale, la meravigliosa ed indistruttibile nonna Anna, l’inarrestabile Flaminia ed il meraviglioso Gabriele. Ed Elia, con i chiaroscuri che tanto gli si addicono.
E ora sapete che faccio? Ricomincio. Perché leggerlo una volta sola non basta e ve ne accorgerete.
Sarà molto più che una buona lettura, datemi retta.

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