La prima definizione possibile, senza il rischio di esagerare, è “perfetto.” Per la storia in sé, gli attori all’altezza del loro ruolo, i costumi e la scenografia che portano con sé un fascino tutto da vivere.
Mezzanotte a Istanbul aggancia mente e cuore e non lascia tempo al respiro. Mai, per tutti gli otto episodi di questa prima stagione.
Ezra (l’incantevole Hazal Kaya) è una giornalista. E le viene assegnato un articolo, perfetto per la Lonely Planet, “I 130 motivi per soggiornare al Pera Palace di Istanbul”, che esiste davvero, peraltro, esattamente da 130 anni.
Ezra, in quell’hotel in cui puoi entrare solo ad occhi sgranati, conosce Ahmet, che ne è il direttore e che la guida per un tour che diventa un viaggio nello spazio e nel tempo.
Un tempo, il 1919, che preparava il cambiamento e la nascita della Turchia moderna. Un tempo in cui Ataturk era ancora, “solo”, Mustafa Kemal e quella terra meravigliosa crocevia per definizione, in attesa di una meritata identità.
E però, “Ritorno al Futuro” ce l’ha insegnato. A viaggiare nel tempo si rischia di cambiare, nel bene o nel male, il corso degli eventi futuri.
Ed Ezra, appena arrivata in quel tempo non suo, fa proprio questo. Senza volere, interferisce. Pericolosamente. Con la vita delle persone ed il corso della storia.
Insieme ad Ahmet dovrà porre rimedio. Rimettere le cose a posto. E non sarà banale.
Perché, sì, conoscere Agatha Christie e Ataturk può avere un prezzo assai alto. Un prezzo che può essere la vita stessa.
In questo viaggio, mai rocambolesco e sempre intenso e credibile, Ezra conoscerà Halit. Ragazzaccio dai mille volti tutti veri.
E’ bene mi fermi qui. Perché non riesco a scrivere senza sorridere. Ripensando a quanto sia bella questa storia.
Mezzanotte a Istanbul vi aspetta. Non deludetemi.

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