Una serie per nulla immediata. Né scontata.
Quattro amiche, che ormai è un must. Le amiche sono quattro, sempre. Da Sex & the City in poi, pare aver funzionato e schema che vince non si cambia.
Dicevo. Quattro donne sulla quarantina. In una Los Angeles sempre al sole.
Justine, una chef francese, proprietaria di un ristorante chic, con un marito che sfida ogni possibile limite della umana sopportazione altrui.
Ell, scombinata madre single di tre figli, avuti da tre padri diversi.
Anne, vincente stilista di moda, ma anche ereditiera. Con la passione per le droghe leggere in ogni possibile forma.
Yasmin, in cerca di lavoro e realizzazione personale al di fuori del ruolo di madre e moglie. Che pare un cliché, ma qui non si rischia neppure di sfiorarlo, il cliché. Per le pieghe improbabili che prendono gli eventi.
Ognuna con un’aura, una famiglia ed una storia tutta sua. Talmente diversa da quella delle altre, che ti chiedi come l’amicizia tra loro possa funzionare tanto bene. E però, funziona. Perché il legame tra queste quattro donne è granitico.
Ciò che rende questa serie imperdibile è l’atmosfera che trasmette. Particolare, raffinata, intelligente. A tratti sfidante. L’umorismo che ricorda Woody Allen, unito ad una eleganza che strizza l’occhio al cinema francese. E tipi umani un poco al limite, con le loro idiosincrasie, gli eccessi, le scelte imbarazzanti.
I sentimenti non la fanno da padroni, in questa serie. Rimangono fermi, un passo prima, come congelati.
I percorsi interiori sono i veri protagonisti, insieme ad i passi che portano ad inevitabili consapevolezze. E forse, ciò che rende l’amicizia fra queste quattro donne tanto speciale è che le vite di ognuna non sono compartimenti stagni. Sono funzionali ed esempio per quelle delle altre tre.
L’umorismo e la presenza di contesti surreali fanno la loro parte. E ci si diverte.
E quindi, sì, ve la consiglio. Perché la prima stagione ha, comunque, un senso estremamente compiuto.
E anche se pare che una seconda stagione non ci sarà, non è detto non si riesca a far cambiare idea al “signor Netflix”.