La mattinata comincia così.
Il Sindaco Marco Bucci sono cinque anni che si vanta del modello Genova ogni volta che risulta possibile infilarlo in qualsiasi discorso e di quanto è stato bravo nel ricostruire il ponte in meno di due anni.
L'Onorevole Ilaria Cavo ha dichiarato intervistata da Primocanale che c'è molta attenzione nonostante gli anni che sono passati dal crollo del Ponte e che il modello Genova deve essere un esempio, deve rimanere lo schema base per le ricostruzioni. Si dimentica, volutamente, che il modello Genova è stato opera del Ministro Danilo Toninelli.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha mandato una lettera.
Il Presidente del Senato e seconda carica dello Stato Ignazio La Russa, anche lui, ha mandato una lettera.
Ecco come ricordano l'accaduto, l'importanza che dedicano a quanto avvenuto.
Con banalità e retorica, belle parole che non vengono mai seguite dai fatti!
Ecco l'importanza che questo governo dedica alla vicenda ASPI.
Bisogna ricordare che questi stessi personaggi da operetta che ora si glorificano sugli scrani del governo sono le stesse persone che si sono da subito dichiarate contrarie alla revoca della concessione autostradale.
Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica, non pervenuto se non nei TG.
Suona il silenzio e tutti con le facce contrite davanti alle corone ed alla lapide delle vittime, dopo il minuto tutti prendono posto ed inizia lo show con un balletto e conseguente marchetta "Grazie all'etoile, bravo e giovane che il nostro Sindaco Marco Bucci ha nominato ambasciatore di Genova nel mondo"
Parla l'Imam seguito dall'arcivescovo, inizia il circo dei politici. Il ballo mascherato della celebrità:
Il Sindaco Bucci che ringrazia e dichiara che "Genova non dimentica e non vuole dimenticare".
Il sindaco e la giunta ha tergiversato fino all'ultimo minuto utile e spinto dalle opposizioni che lo chiedevano da subito prima di costituirsi parte civile nel processo.
Il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, anche lui che da subito contrario alla revoca della concessione, saluta tutti e ringrazia l'amico Onorevole Rixi, il Ministro Salvini ed i governi che ci hanno sostenuto: in pratica ha ringraziato nominadoli singolarmente chi ha contrastrato la revoca della concessione e genericamente chi ha fatto sì quel ponte venisse ricostruito in tempi record ovvero l'ex Ministro Danilo Toninelli ed il governo Conte 1.
Parla il Ministro delle Infrastrutture ed allora come oggi Vice Presidente del Consiglio Salvini: ricorda sia la mattina del crollo che la mattina dei funerali citando l'esempio del nuovo ponte come unità, bla bla, spera l'anno prossimo di arrivare portando la sentenza ed una nuova legge, voluta dalle dai parenti delle vittime, che equipari le vittime di tragedie come questa a quelle del terrorismo. Conclude dichiarando "chi non ha lavorato, paghi".
Presumibilmente si riferiva ai manager di ASPI.
Salvini che non perde l'occasione per ricordare il terzo valico e la gronda dicendo che se ci fosse stata la vicenda sarebbe stata ben diversa.
La gronda avrebbe usufruito anche del ponte Morandi come parte del sistema, ancora non ha idea di quello che dice. E peggio, di quello che fa.
Salvini che insieme al Ministro Tria all'epoca dei fatti non hanno voluto firmare una norma che avrebbe permesso la revoca della concessione ad ASPI voluta e scritta dal Ministro Toninelli.
Dice bene Egle Possetti che, insieme ai parenti delle altre vittime, ha dovuto subire e sostenere il peso prima della tragedia e poi degli anni del dibattimento processuale che ancora va avanti e che se va bene terminerà l'anno prossimo nel suo primo grado vedendo così alcune prescrizioni già conseguite per parte dei responsabili e lasciando naturalmente il posto all'appello che durerà altri anni vedendo arrivare, inevitabilmente, nuove prescrizioni.
Egle ricorda come lo Stato abbia firmato una concessione inaccettabile e nei decenni rafforzata in favore del privato e di come questo abbia portato al crollo, ricorda i troppi "non sò" e "non ricordo" di chi a conoscienza delle criticità ha taciuto ai tempi e continua a tacere ora.
Un altro momento musicale al piano e violino, the show must go on, con un filmato commemorativo.
Quando sono bravi nell'organizzare shows, lo sappiamo bene noi di Genova che ogni momento è buono per qualche fuoco d'artifio.
Chiacchere e distintivo citando Robert De niro nel celebre film "Gli intoccabili". Anche il titolo sembra adatto a questa vicenda.
Iniziano a suonare le campane delle chiese per ilminuto di silenzio, si avvicinano le 11:36. L'ora del crollo.
Dopo le campane ennesimo momento musicale con balletto annesso.
Alla fine del balletto Il moderatore dell'intervento:
"siamo arrivati alla fine ma .. Egle dove sei? anche te, Iacopo. Salite sul palco! Un fuori programma ma...
Siamo arrivati alla fine ma lasciatemi ringraziare i partecipanti... bla bla Grazie ai bambini, è tutto! Noi ringraziamo anche il nostro Sindaco Marco Bucci e ci rivediamo l'anno prossimo!"
Ma questo sta presentando un festival? Ma questi cosa hanno in testa.
Che tempi barbari stiamo vivendo, certamente non è ne il luogo ne tantomeno il momento per un'approfondimento sui fatti ma personalmente avrei organizzato la cerimonia in un'altro modo.
Alla fine della cerimonia il Vice Presidente e Ministro Matteo Salvini si ferma con i giornalisti presenti e rilascia una serie di dichiarazioni vuoi false, vuoi di propaganda politica.
Una su tutte "Siamo al governo da 9 mesi ed in 9 mesi non puoi fare miracoli!"
Salvini è al governo da anni e ci è stato anni prima e quando non era al governo od in maggioranza era comunque in Parlamento e poteva lavorare invece che fare l'assenteista.
L'importante ripetere ogni quattro parole che bisogna far partire la gronda.
Tocca al Presidente Toti fare due chiacchere con i giornalisti ripetendo che le opere sono importanti e non si può lasciare il futuro del paese ai comitati ed ai partiti del NO e che bisogna far partire la gronda e completare il terzo valico.
Il ponte Morandi
Lo stesso ingegnere Morandi, l'autore del progetto, aveva dichiarato che la struttura andava monitorata attentamente perchè nel mentre quell'idea avveniristica di ricoprire i cavi degli stralli con il cemento aveva già dimostrato criticità.
Poi sono state trovate bolle d'aria presenti all'interno del cemento pressurizzato che ricopriva quei cavi e che il salino trasportato dai venti ne avrebbe accelerato l'usura.
La vita media di un'opera in cemento armato è di 50 anni.
Erano i primi anni '90 quando passando sopra il ponte Morandi con una A112 ho sentito il manto stradale sussultare, attraverso il sedile, sotto le ruote.
Erano i primi anni '90 quando ho deciso che non avrei più percorso nessuna tratta della rete autostradale italiana per giunta ormai in mano ai privati.
Figuriamoci: il pubblico pensa a fornire un servizio, il privato pensa al profitto.
Questo era stato già all'epoca e nonostante la mia giovane età il pensiero dominante. Pensiero che poi ho visto convalidarsi nel corso degli anni in ogni campo dalla Sanità alle Poste, dall'acqua all'energia.
Ricordiamo i fatti e la loro cronologia.
Correva l'anno 1992 quando è stata eseguita l'ultima manutenzione importante da parte dello Stato al ponte Morandi su una delle pile che lo reggevano, dei cavi nuovi ed esterni.
Correva l'anno 1992 quando le autostrade sono state privatizzate dandole in concessione ai Benetton i quali avevano l'obbligo di proseguire con le manutenzioni sull'intera rete autostradale, ponte Morandi compreso.
ASPI, l'azienda della famiglia Benetton, ha cominciato a produrre profitti. Aumentando il costo dei pedaggi per i cittadini e limitando sempre più le manutenzioni. Aumento dei pedaggi giustificato come contributo per le future manutenzioni, manutenzioni mai eseguite se non in piccolissima parte.
Profitti di miliardi di euro per famiglia ed azionisti.
Le responsabilità politiche vanno equamente distribuite fra "destra" e "sinistra", entrambi negli anni sono stati al governo. Entrambi non hanno monitorato adeguatamente la rete autostradale ed il concessionario.
Nel 2008, lo "statista" Silvio Berlusconi blindò ulteriormente la concessione aggiungendo una postilla al contratto che recita "In caso di revoca, anche per grave inadempimento, è dovuto un'indennizzo al concessionario per i mancati ricavi dal giorno della revoca fino alla fine della concessione".
lo Stato avrebbe dovuto pagare il valore azionario ai possessori dei titoli azionari.
Arriva il 2018, arriva il 14 Agosto, arrivano le 11:36. Arriva il crollo, muoiono 43 persone.
Nella tragedia, triste dirlo ma necessario, è andata bene. Chi no nè genovese o non passava con consuetudine su quel ponte deve sapere che se il crollo fosse avvenuto in un'altro periodo dell'anno, l'innverno quando piove e fa freddo e tanti a Genova usano la macchina e l'autostrada per andare e tornare dal lavoro il numero delle vittime sarebbe stato molto superiore. Quanti sarebbero stati i morti se il crollo fosse avvenuto durante l'ora di punta quando sovente quel ponte era pieno di mezzi fermi in coda?
Iniziano i rilievi e le perizie conseguenti alle indagini e vengono alla luce le inadempienze e le chiare responsabilità.
Chiaro fin da subito che se hai la titolarità della concessione di un ponte e questo crolla, questa è colpa tua senza se e senza ma.
Si trovano cavi arrugginiti e ridotti a fili dalla corrosione e cominciano a spuntare email e telefonate dove gli imputati parlando fra di loro citano le evidenti mancanze. A volte anche con battute e risate, come altri riguardo altre tragedie.
Il governo in carica all'epoca si impegna a revocare la concessione ma è frutto di un contratto di governo che lo lega ad un'altra forza politica. La Lega di Salvini Premier. Come detto in precedenza sono appunto Matteo Salvini e Giovanni Tria che tergiversano e fanno melina per no napplicare le necessarie firme per procedere con la revoca fino ad arrivare al Ferragosto dell'anno dopo quando Salvini, da uno stabilimento balneare in mezzo alle cubiste ed in compagnia di altri esponenti di questa destra, fa cadere il governo aprendo le porte al governo Conte 2.
Questa volta il governo i cinque stelle lo fanno con il PD, in quei giorni di Renzi che impone come Ministro delle Infrastrutture e Trasporti la De Michelis. Formato il Governo Renzi si scinde dando origine ad Italia Viva, quelli dello zero virgola che i media continuano a spacciare come terzo polo ma questo è un altro discorso.
Con il governo Conte 2 la revoca si trasforma in una acquisizione da parte dello Stato attraverso Cassa Depositi e Prestiti delle azioni ASPI riportando si in gestione statale la rete autostradale ma pagandola cara, molto cara.
Le azioni crollate in Borsa dopo il crollo non appena divulgata la notizia che lo Stato le acquisirà si impennano e finiscono con essere pagate 8.000.000.000 di euro.
Naturalmente acquisendo l'azienda abbiamo acquisito anche i debiti che aveva contratto e le spese necessarie per le manutenzioni urgenti e non che il concessionario non aveva eseguito.
Un conto stimato di minimo 18.000.000.000 se analizzato seriamente.
Gli indennizzi poi alla città che è rimasta divisa in due per un paio di anni semplicemente ridicoli, per non parlare di tutte quelle piccole e medie imprese tanto citate dai politici che sono fallite con i conseguenti drammi personali e familiari.
ASPI facente capo ad Atlantia, proprietà dei Benetton.
Quelli dei maglioni e delle fotografie di Oliviero Toscani, tutti ricorderemo "United colours of Benetton".
Quelli della Formula 1 con il team Renault di Briatore. Chi si assomiglia si piglia recita il detto popolare.
Come hanno reagito i Benetton alla tragedia da loro causata o comunque di loro responsabilità?
Una grigliata di Ferragosto! La tradizionale, per la famiglia, grigliata di Ferragosto.
Che disturbo, che lavoro immane sarebbe stato informare tutti gli ospiti che la grigliata era annullata.
Sarebbe stata anche una mancanza di riguardo nei confronti delgi ospiti stessi avvisarli all'ultimo minuto, tutte persone impegnate e che non hanno tempo da perdere.
Chissà quali sono stati i pensieri che attraversavano le menti dei Benetton?
Quello che è chiaro è che delle vittime e delle responsabilità non si sono preoccupati visto che il giorno dopo erano in mezzo a braciole e Prosecco in quel di Cortina.
Probabilmente erano già sicuri che tirate le somme: qualche manager avrebbe pagato qualcosa con condanne leggere se non prescritte e che a loro sarebbero piovuti un mare di soldi in tasca.
Milioni spesi in pubblicità su quotidiani e televisioni, media che certamente non si potevano mettere a raccontare i fatti andando contro i loro finanziatori...
Siamo in Italia.
In questo paese i ricchi e potenti la fanno sempre franca sulla pelle dei cittadini.
Chissà come sarebbe andata se su quel ponte, al momento del crollo, volava nel vuoto un Ministro od un grande manager?
Queste persone si comportano come se a loro non toccasse mai. Noncuranti del fatto che passano anche loro sui ponti o dentro le gallerie, bevono la stessa acqua e respirano la stessa aria degli altri.