Il buco nero dell'astensionismo

Quel poco di democrazia che rimane in questo splendido, ma complicato Paese, vediamo di tenercelo.
Perché oggi, 12 giugno, si vota. Ed in più di un’occasione ho sentito dire “non vado a votare perché non serve” o “se servisse non ce lo lascerebbero fare” o “il segnale vero sarebbe che alle urne non si presentasse nessuno, allora, sì, potremmo destabilizzare le cancrene del potere”.
Sarà un mio pare personale, ma rinunciare ad un diritto – peraltro, a suo tempo, acquisito con fatica - non suona bene. Mai. E’ il nucleo e l’inizio della sconfitta.
Si possono e si devono avere opinioni differenti in merito. Su chi vorremmo governasse e sui modi per fare il bene della collettività.
Ma se decidiamo di non prenderci la responsabilità di una scelta, anche del meno peggio, poi, davvero, mi spiace, ma non avremo il diritto di lamentarci se il corso degli eventi prenderà una piega tutta sua.
Viviamo in un Paese in cui, da anni, si succedono governi non votati da nessuno. Viviamo in un Paese in cui seguire la politica viene percepito come una stranezza. Viviamo in un Paese in cui, anche a livello locale, la cittadinanza non segue i lavori delle Istituzioni e quindi, qualsiasi progetto, anche il più folle, come un nuovo, inutile, tempio crematorio in zona interessata da dissesto idrogeologico, va avanti nella totale inconsapevolezza della maggior parte dei cittadini.
Non è un caso che sia anche il Paese dell’astensionismo, il nostro. Non è un caso, no.
Per favore, smettiamola. Smettiamola di percepire la politica come qualcosa di sporco. Sì, sappiamo di politici corrotti o poco capaci. Ma basta non votarli più. Basta poco, in fondo.
Non riesco a pensare a nulla che sia più “nostro” della politica, invece. Ma occorre seguirla. Occorre partecipare, dialogare con le istituzioni.
E “non serve” non esiste. E’ la forma mentis che ci ha portato a questo punto e ne siamo terribilmente responsabili.
Oggi non disertiamo le urne. Andiamo e riprendiamoci un diritto, quello di partecipare e controllare, poi, il lavoro della persona alla quale abbiamo dato fiducia. 
Il nostro Paese e la nostra vita appartengono solo a noi. Ma perché questo sia vero, occorre esserci. Sempre.
Soprattutto oggi, 12 giugno 2022.

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