"Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti"
Reverendo Martin Luther King
La colpa attribuita ai cattivi è colpa dei buoni ignavi, di coloro che venendo a conoscenza di un delitto rimangono immobili.
Spesso lo si fa perché altri sono stati colpiti, spesso a causa di un ridotto valore del danno subito, a volte per pigrizia.
Quasi sempre in conseguenza della mancanza del diritto.
Negli USA chi froda il fisco finisce al carcere duro, in questo paese diventa Presidente del Consiglio.
Viviamo in un paese che, in qualche modo, alimenta le ingiustizie.
Ci sono gli intoccabili: politici, imprenditori, faccendieri, etc.
Ci sono i sudditi: il popolo.
Definiamo meglio le due categorie.
Intoccabili:
Deputati e Senatori che non possono essere indagati e giudicati se non previa loro stessa autorizzazione.
Imprenditori. Coloro che guadagnando milioni di euro l'anno possono permettersi collegi di avvocati in grado di prolungare i processi fino alla prescrizione... ehm... ora, improcedibilità.
Faccendieri. Coloro i quali intrallazzando fra la politica e l'imprenditoria traggono vantaggio economico e sono quindi da proteggere perché a conoscenza di fatti compromettenti e nella capacità di rivelare indiscrezioni in caso di processo o sentenza.
Sudditi.
Il popolo, i cittadini nel loro complesso: dal povero senza tetto al piccolo o medio imprenditore.
Questi, meglio dire noi, siamo per certi versi una garanzia.
Siamo quelli che sono costretti a seguire la legge e che quando sbagliano, pagano. Cazzo se pagano!
Facciamo chiarezza.
Una multa per divieto di sosta costa tanto al povero quanto al ricco: 41€.
Se guadagni 1000€ al mese sono pari ad 1/24 del tuo stipendio.
Se guadagni 5000€ al mese sono pari ad 1/122 del tuo stipendio.
Pensate a quanto influisce sulla vita quotidiana nei due casi citati, prima nel caso di un cittadino e poi nella vita di quell'altro.
Pensate a quanto la stessa multa possa influire nella vita di un milionario.
Ma i cittadini non dovrebbero essere tutti uguali davanti alla legge?
Ma i cittadini non dovrebbero godere tutti degli stessi diritti e doveri?
Costituzione della Repubblica Italiana
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,
di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Quindi la Carta parla chiaro ed in maniera inequivocabile!
Articolo 53
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Ne consegue che anche le sanzioni amministrative dovrebbero essere proporzionali al reddito.
Prima ho fatto l'esempio di una multa per divieto di sosta perché esempio lampante.
Pensiamo ora alla TARI, alle carte bollate, a tutto il resto... A tutte quelle tasse che non rispettano i principi costituzionali.
Pensiamo al costo dell'acqua, del gas o dell'energia elettrica.
Diventa logico capire come mai i cittadini siano assuefatti all'ingiustizia, vivendola nel quotidiano e trasmettendola come un dato di fatto di generazione in generazione.
Come è stato per la schiavitù, e per come ancora è considerata la guerra.
Cose normali, parte della vita.
Cose che aumentano la ricchezza dei pochi a discapito dei molti, nel silenzio degli onesti.
Qui tornano alla mente le parole del reverendo Martin Luther King che molti di noi hanno ascoltato o letto.
Nel torpore quotidiano, quel torpore voluto dalla classe dirigente che è utilissimo nel narcotizzare la coscienza e l'intelletto, quando ci viene sbattuto in faccia un eroe lo applaudiamo e nell'immediato lo consideriamo un esempio. Come davanti ad un bel film, quando nel finale l'eroe porta la giustizia nel mondo.
Passati 15 minuti, torniamo a pensare cosa fare per tirare avanti ed a quei piccoli svaghi che, come dosi di metadone, ci vengono forniti: Il calcio, il reality, il nuovo modello di cellulare.
Chiaro che in questa giungla moderna di cemento e plastica dove siamo tutti impegnati nel correre per soddisfare gli altri nemmeno si faccia caso a quanto accade al prossimo, fosse anche il vicino di casa.
Come nelle piantagioni di cotone, ci spiace per le frustate sulla schiena degli altri contenti non siano toccate a noi. Questa volta.
Dobbiamo renderci conto di due questioni fondamentali per riordinare il sistema.
Gli altri siamo noi
Noi siamo tanti mentre loro sono pochi.
Un imprenditore sfrutta i lavoratori, smetto di comprare i suoi prodotti!
Un politico non agisce per il bene del cittadino, non lo voto!
Anche se i biscotti prodotti dalla "Biscottini" mi piacciono tanto, non ne mangio più.
Anche se il politico fa parte del gruppo che mi è sempre piaciuto, non lo voto più.
Solo considerandoci fratelli riusciremo a terminare lo schifo nel quale siamo sprofondati.
Un fratello lo aiuti. Considerandoci fratelli ci aiuteremo gli uni con gli altri.
La Carta non lo scrive esplicitamente ma il senso di ogni articolo propone il considerarsi una comunità solidale e non sudditi in competizione.
Il pensiero, la citazione, del reverendo M.L. King richiama al senso civico ed alla responsabilità.
Impariamo a vivere in armonia fra di noi e con la natura e finiranno anche ingiustizie, soprusi e guerre.